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Guarigione di Naaman, il Siro
5.1 Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il Signore aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest’uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. 2 Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato prigioniera dal paese d’Israele una ragazza che era passata al servizio della moglie di Naaman. 3 La ragazza disse alla sua padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!» 4 Naaman andò dal suo signore e gli riferì la cosa, dicendo: «Quella ragazza del paese d’Israele ha detto così e così». 5 Il re di Siria gli disse: «Ebbene, va’; io manderò una lettera al re d’Israele». Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci cambi di vestiario; 6 e portò al re d’Israele la lettera, che diceva: «Quando questa lettera ti sarà giunta, saprai che ti mando Naaman, mio servitore, perché tu lo guarisca dalla sua lebbra». 7 Appena il re d’Israele lesse la lettera, si stracciò le vesti e disse: «Io sono forse Dio, con il potere di far morire e vivere, ché costui mi chieda di guarire un uomo dalla lebbra? È cosa certa ed evidente che egli cerca pretesti contro di me». …”
“Lunedì, 31 marzo 2014, alle ore 14:00
Mia carissima figlia, è giunto il momento in cui l’uomo, avendo peccato e macchiato se stesso davanti ai Miei Occhi da così lungo tempo, ora sprofonderà negli abissi estremi della depravazione, mentre cercherà di distruggere quanto di più è sacro per Me.Tutta la vita viene da Me. La vita dell’anima è Mia. La vita della carne è altresì Mia. Che nessun uomo interferisca, né con l’una né con l’altra, affinché la sua vita non gli venga tolta da parte Mia. Di questo potete essere sicuri. Qualsiasi forma di vita che sia stata creata dalle Mie Mani, verrà uccisa per mano di uomini malvagi. Essi toglieranno la vita a coloro che vivono nel grembo materno e dichiareranno che questo sia una forma di diritto umano. Voi, figli Miei, non avete il diritto di distruggere la vita dei Miei eredi – che sia prima o dopo la loro nascita – e, se lo farete, allora subirete un terribile castigo. Se non vi riconcilierete e non vorrete pentirvi di questo ignobile peccato, Io distruggerò voi e anche quei paesi che incoraggiano questa malvagità. Se distruggete la vostra stessa vita, voi Mi offendete, perché essa non appartiene a voi e soltanto Io ho il diritto di dare la vita e di toglierla, a seconda della Mia Ora. Manipolando la vita del corpo, voi interferite con la Mia Divinità ed Io non resterò indietro a guardare, trascurando un simile affronto alla Mia Creazione.
Quando il togliere la vita non gli basterà, l’uomo attaccherà subdolamente la vita dell’anima, facendo morire la Mia Santa Parola, che egli calpesterà finché non ne frantumerà ogni parte, così da farla diventare come ghiaia sotto i suoi piedi. Allora l’uomo, arrogante e tronfio del suo personale punto di vista circa le proprie capacità, tenterà di cercare un nuovo pianeta per trovare una nuova dimora per l’umanità, anche se questo sarà impossibile. Il Dono dello stesso suolo della Terra, sul quale Io ho posto l’umanità, non sarà ritenuto sufficiente per i bisogni dell’uomo. E così, questa marcia proseguirà verso l’autodistruzione. L’uomo sarà l’autore della propria fine. Egli distruggerà sistematicamente tutto ciò che per Me è sacro.
Il Dono della vita, che Io ho elargito ad ogni Mia creatura, Mi sarà rubato dall’uomo, senza un briciolo di rimorso. Egli giustificherà ogni aspetto del suo intento omicida, dichiarando che il prendere la vita sia una cosa buona. La morte per aborto è l’oltraggio più grande di tutti ed Io avverto l’umanità che farò Giustizia, perché non vi permetterò più di maledirMi in questo modo.
I terremoti colpiranno le vostre città ed in qualsiasi nazione che tolleri la soppressione della vita, voi sentirete il risveglio della Mia Collera, mentre Io colpirò i vostri cuori crudeli e odiosi. Coloro che cercheranno di pentirsi per questo delitto saranno risparmiati, ma sappiate che nessuna delle vostre nazioni sfuggirà a questo castigo. *
La morte della Mia Chiesa non sarà tollerata, quando l’uomo, insieme a quei falsi leader che seguirà servilmente, distruggerà i Sacramenti e li modificherà, in modo tale da farli scomparire. Io abbatterò i vostri templi e le vostre chiese, se proseguirete con la vostra profanazione del Corpo di Mio Figlio. Voi Lo flagellaste, Lo scherniste e perseguitaste i Suoi discepoli – finché non Lo uccideste selvaggiamente crocifiggendoLo. Eppure, non avete ancora imparato. La vostra mancanza di umile servitù, a Colui che vi ha donato la vita e portato la Redenzione, Colui che ora cerca di prepararvi per il Grande Giorno, Mi disgusta.
Io Sono Addolorato. Io Sono Rattristato e Sono in Collera, perché alla fine siete riusciti ad uccidere qualunque forma di vita che Io vi avevo dato. Mi riferisco sia alla vita del corpo, sia a quella dell’anima. La vita che vi ho dato non vi basta più, quindi Io Me la riprenderò nell’Ultimo Giorno da quelli tra voi che Me l’hanno ributtata indietro. Mentre il vostro atto di guerra contro di Me, il Creatore del mondo e di tutto ciò che è, proseguirà, Io farò sì che i vostri malvagi atti di distruzione durino solo per un tempo molto breve.
Io ora vi do il tempo di esaminare i peccati dell’umanità contro tutto ciò che considero sacro, affinché possiate espiare i peccati del mondo. La battaglia finale è cominciata e tanta vita – il Dono della vita creata da Me – sarà distrutta dall’uomo. E per questo, Io punirò il mondo.
Il vostro Padre,
Il Dio Altissimo”
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Cattolico romano:
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Libro di Giosuè 5,9a.10-12.
Si accamparono dunque in Gàlgala gli Israeliti e celebrarono la pasqua al quattordici del mese, alla sera, nella steppa di Gerico.
Il giorno dopo la pasqua mangiarono i prodotti della regione, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
La manna cessò il giorno dopo, come essi ebbero mangiato i prodotti della terra e non ci fu più manna per gli Israeliti; in quell’anno mangiarono i frutti della terra di Cànaan.
Salmi 34(33),2-3.4-5.6-7.
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 5,17-21.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 15,1-3.11-32.
I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
Allora egli disse loro questa parabola:
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi.
Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;
chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;
ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».”
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Ortodosso (Cattolico greco):
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Gesù e Pietro
15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni[a], mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».
Il discepolo che Gesù amava
20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi». 23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa?»
24 Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
25 Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero. [Amen.]”
https://www.biblegateway.com/passage/?search=John+21:15-25&version=NRSVCE;NR2006;SCH2000;ERV-HU;BDS
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Gesù, nostro sommo sacerdote
14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo[h]. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
Gesù superiore ai sommi sacerdoti dell’antico patto
5.1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2 così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch’egli è soggetto a debolezza; 3 ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per se stesso quanto per il popolo.
4 Nessuno si prende da sé quell’onore, ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne. 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse:
«Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato»[i].
6 Altrove egli dice anche:
«Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec»[j]. …”
https://www.biblegateway.com/passage/?search=Hebrews+4-5&version=NRSVCE;NR2006;SCH2000;ERV-HU;BDS
“… 34 Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol[n] venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia e del vangelo, la salverà. 36 E che giova[o] all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? 37 Infatti che darebbe l’uomo[p] in cambio della sua anima? 38 Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli».
9.1 Diceva loro: «In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte finché non abbiano visto il regno di Dio venuto con potenza».”
https://www.biblegateway.com/passage/?search=Mark+8-9&version=NRSVCE;NR2006;SCH2000;ERV-HU;BDS
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https://oca.org/readings/daily/2019/03/31
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