Archivi tag: Un Dio

Non dovete mai adorare alcun altro dio, ma solo il Dio Uno e Trino

il libro della verità:

Sabato, 14 giugno 2014, alle ore 12:40

Mia amatissima figlia, c’è un solo Dio: Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, tutte Persone distinte in Una sola. Non ci sono tre unità separate, perché Noi siamo Uno: Dio il Padre, Creatore di Tutto; Dio il Figlio che si è manifestato vivendo tra di voi e Dio lo Spirito Santo, offerto all’umanità in qualità di Dono, grazie al quale la Verità riempie i vostri cuori di conoscenza, nuova vita e del Potere del Mio Amore.

Quando venite a Me, voi venite al Padre Mio. Quando lo Spirito Santo vi chiama, Egli viene dal Padre. Tutto ha origine da Dio. Non dovete mai adorare alcun altro dio, ma solo il Dio Uno e Trino. Sappiate però che, per conoscere il Padre, dovete conoscere Dio Figlio, perché senza di Me, Gesù Cristo, voi non potete conoscere il Padre.

Dio ama tutti i Suoi figli, ma i Suoi figli non Lo amano come dovrebbero. Va bene così, perché tramite Me entreranno a far parte del Mio Nuovo Regno sulla Terra. Ci sono, poi, coloro che seguono il maligno e che, consapevolmente, gli fanno dono del loro libero arbitrio. È a quel punto che essi non hanno più il controllo delle loro azioni, perché gli spiriti maligni che sono dentro di loro, se ne servono allo scopo di reclutare altre anime vulnerabili. Tali anime non adorano Dio, mentre invece adorano Satana. Io vi supplico di aiutarMi a salvare queste povere anime sfortunate, perché esse non riescono più a salvare se stesse per via della loro libera scelta. Desidero che, mediante le vostre preghiere, voi supplichiate, chiedendo la liberazione delle anime in schiavitù, in modo che possano ritornare a Me:

(n.d.r. Preghiera della Crociata n. 157 – Per le anime in schiavitù)

“O caro Gesù,
libera quelle anime che sono schiave dei falsi dèi e di Satana.

Aiutaci, attraverso le nostre preghiere, a portare loro il sollievo dal dolore della possessione.

Apri le porte della loro prigione e mostra loro la via per il Regno di Dio, prima che vengano prese in ostaggio da Satana nell’abisso dell’Inferno.

Noi Ti supplichiamo, Gesù, di ricoprire queste anime con il Potere dello Spirito Santo, affinché si mettano a cercare la Verità, aiutandole a trovare il coraggio di voltare le spalle alle insidie e alla malvagità del diavolo.

Amen.”

Il problema incontrato dalle anime che adorano i falsi dèi, è quello di esporsi allo spirito del male, il quale ha bisogno anche solo di una minuscola frazione del loro libero arbitrio per riuscire ad infestarle. I falsi dèi conducono le anime in un terribile pericolo. Il pericolo più grande che devono affrontare, è quello di credere che tali pratiche siano normali, salutari al proprio spirito e un mezzo mediante il quale trovare la pace e la tranquillità nella loro vita. Tutto quello che essi troveranno è il dolore e la tristezza.

State attenti al pericolo di seguire le pratiche dell’occulto e della new age, perché non vengono da Me. È solo seguendo Me, Gesù Cristo, che potrete avere la Vita Eterna. L’opposto della vita è la morte. La morte del corpo non significa la fine della vostra esistenza, poiché essa è per l’eternità. La Vita Eterna viene solo attraverso di Me. La morte eterna viene da Satana.

Il vostro Gesù”

 

—-
Cattolico romano:

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti 4,7-15.

Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.
Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati,
ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla
morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale.
Di modo che in noi opera la
morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo,
convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio.

Salmi 116(115),10-11.15-16.17-18.

Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo:
“Sono troppo infelice”.
Ho detto con sgomento: “Ogni uomo è inganno”. 

Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
Io sono il tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
 

A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,27-32.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio;
ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone
all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».”

https://vangelodelgiorno.org/IT/gospel/2019-06-14

 
 

Martedì, 13 maggio 2014, alle ore 08:50….

Io arriverò all’improvviso al suono delle trombe e al dolce canto del Coro degli Angeli. Immediatamente prima del Mio ritorno, il cielo sarà oscurato per tre giorni. Poi, verrà illuminato da una moltitudine di colori mai visti prima dall’uomo.


—-

Ortodosso:

Quarto viaggio missionario; Paolo è inviato a Roma

27.1 Quando fu deciso che noi salpassimo per l’Italia, Paolo con altri prigionieri furono consegnati a un centurione, di nome Giulio, della coorte Augusta. Saliti sopra una nave di Adramitto[a], che doveva toccare i porti della costa d’Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macedone di Tessalonica.

Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e Giulio, usando benevolenza verso Paolo, gli permise di andare dai suoi amici per ricevere le loro cure. Poi, partiti di là, navigammo al riparo di Cipro, perché i venti erano contrari. E, attraversato il mare di Cilicia e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia. Il centurione, trovata qui una nave alessandrina che faceva vela per l’Italia, ci fece salire su quella.

Navigando per molti giorni lentamente, giungemmo a fatica, per l’impedimento del vento, di fronte a Cnido[b]. Poi veleggiammo sotto Creta, al largo di Salmone[c]; e, costeggiandola con difficoltà, giungemmo a un luogo detto Beiporti, vicino al quale era la città di Lasea.

9 Intanto era trascorso molto tempo e la navigazione si era fatta pericolosa, poiché anche il giorno del digiuno[d] era passato. Paolo allora li ammonì dicendo: 10 «Uomini, vedo che la navigazione si farà pericolosa con grave danno, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone». 11 Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo. 12 E, siccome quel porto[e] non era adatto a svernare, la maggioranza fu del parere di partire di là per cercare di arrivare a Fenice, un porto di Creta esposto a sud-ovest e a nord-ovest[f], e di passarvi l’inverno.

13 Intanto si era alzato un leggero scirocco e, credendo di poter attuare il loro proposito, levarono le ancore e si misero a costeggiare l’isola di Creta più da vicino.

La tempesta

14 Ma poco dopo si scatenò giù dall’isola un vento impetuoso, chiamato Euroaquilone[g]; 15 la nave fu trascinata via e, non potendo resistere al vento, la lasciammo andare ed eravamo portati alla deriva. 16 Passati rapidamente sotto un’isoletta chiamata Clauda[h], a stento potemmo impadronirci della scialuppa. 17 Dopo averla issata a bordo, utilizzavano dei mezzi di rinforzo, cingendo la nave[i] di sotto; e, temendo di finire incagliati nelle Sirti[j], calarono l’àncora[k] galleggiante, e si andava così alla deriva. 18 Siccome eravamo sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno dopo cominciarono a gettare il carico. 19 Il terzo giorno, con le loro proprie mani, buttarono in mare[l] l’attrezzatura della nave. 20 Già da molti giorni non si vedevanosolestelle, e sopra di noi infuriava una forte tempesta, sicché ogni speranza di scampare era ormai persa.

21 Dopo che furono rimasti per lungo tempo senza mangiare, Paolo si alzò in mezzo a loro e disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto e non partire da Creta, per evitare questo pericolo e questa perdita. 22 Ora però vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave. 23 Poiché un angelo del Dio al quale appartengo, e che io servo, mi è apparso questa notte, 24 dicendo: “Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te”. 25 Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto. 26 Dovremo però essere gettati sopra un’isola».

27 E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l’Adriatico[m], verso la mezzanotte, i marinai sospettavano di essere vicini a terra; 28 e, calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; poi, passati un po’ oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia. 29 Temendo allora di urtare contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, aspettando con ansia che si facesse giorno.

30 Ma siccome i marinai cercavano di fuggire dalla nave, e già stavano calando la scialuppa in mare con il pretesto di voler gettare le ancore da prua, 31 Paolo disse al centurione e ai soldati: «Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potete scampare». 32 Allora i soldati tagliarono le funi della scialuppa e la lasciarono cadere.

33 Finché non si fece giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: «Oggi sono quattordici giorni che state aspettando, sempre digiuni, senza prendere nulla. 34 Perciò vi esorto a prendere cibo, perché questo contribuirà alla vostra salvezza; e neppure un capello del vostro capo perirà[n]». 35 Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti; poi lo spezzò e cominciò a mangiare. 36 E tutti, incoraggiati, presero anch’essi del cibo. 37 Sulla nave eravamo duecentosettantasei persone in tutto. 38 E, dopo essersi saziati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.

Il naufragio

39 Quando fu giorno non riuscivano a riconoscere il paese; ma scorsero un’insenatura con spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave. 40 Staccate le ancore, le lasciarono andare in mare; sciolsero al tempo stesso i legami dei timoni e, alzata la vela maestra al vento, si diressero verso la spiaggia. 41 Ma essendo incappati in un luogo che aveva il mare dai due lati, vi fecero arenare la nave; e mentre la prua, incagliata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava per la violenza {delle onde}.

42 Il parere dei soldati era di uccidere i prigionieri perché nessuno fuggisse a nuoto. 43 Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito e ordinò che per primi si gettassero in mare quelli che sapevano nuotare, per giungere a terra, 44 e poi gli altri, chi sopra tavole e chi su rottami della nave. E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra.”

https://www.biblegateway.com/passage/?search=Acts+27:1-44&version=NRSVCE;NR2006;SCH2000;ERV-HU;BDS

18 Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo. 19 Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità.20 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono[a] in me per mezzo della loro parola: 21 che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano [uno] in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22 Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno, come noi siamo uno; 23 io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me. 24 Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo. 25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26 E io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro».”

Az Üzenet (Extra rész) Anton Szandor Levay
https://www.youtube.com/watch?v=U8OPMefLspc&list=PL830CC9A2FA3FEF64&index=6